Ganzo! Un post autocelebrativo

E’ da un po’ che non scrivo. E’ da un po’ che non ho tanta voglia di scrivere. Ho voglia invece di giocare e divertirmi sereno, senza pensare alle cose da fare, presenti, passate e future. Carica il furgone, mettiti in viaggio, macina decine e decine di chilometri verso la meta. Scarica e monta il tutto. Ma chi te lo fa fare?

VOI.

Perchè per quanto sia stanco, nervoso, un po’ preoccupato per il futuro, dopo ogni Ludobus, dopo ogni giornata passata a giocare con le trottole dormo come un bambino felice. Non c’è giornata ludica che non passi inosservata e anche se dopo tante uscite i ricordi si mischiano un po’… Dov’ero settimana scorsa? Con chi ho giocato? Ho caricato le trottole?

Le emozioni invece rimangono vivide. E spingono verso l’alto. E oggi vogliamo condividerlo con voi. E’ un sogno. Forse un percorso. Se non ci arriveremo noi, forse lo farà qualche nostro “discepolo”. IL MUSEO DEL GIOCATTOLO DEL TARLO. Un posto dove l’impossibile ludico è realtà di ieri, dove l’onirico si mangia a colazione e dove le persone ridono e stanno bene. Non c’è giorno che non ci pensi, con questi corridoi lunghi e colorati, stanze con passaggi segreti e pieni di ogni possibile gioco, da toccare, da provare e soprattutto da condividere. E il sogno dentro il sogno: una PISTA DELLE TROTTOLE super mega intergalattica che parte dal secondo piano e scende giù per le scale, perfino a chiocciola, che farà sembrare il nostro campionato mondiale una pistina piccola piccola.

Ma non solo giochi. Un laboratorio per famiglie, con corsi di falegnameria ludica per papà e figlio, cucito carnevalesco per la mamma, cucina creativa per la nonna e chissà cos’altro. Una trottola alla volta. Anche quando ti sale la stanchezza all’X km di viaggio, basta un “Che ne pensi di…” al compagno di viaggio per riprendere quota…

Vorremmo organizzare una grande festa del Tarlo, magari in una splendida cascina, portando tutto ciò che siamo e quello che abbiamo fatto, a partire dalla super pista. A tal proposito mi concedo una breve digressione. NON avevo idea. E’ proprio Ganza! In dieci e più anni di attività non ero mai riuscito a creare una cosa del genere. E in verità non ci sono ancora riuscito. Stavolta il merito è di Andrea e Giovanni, che fino a due anni fa di giochi e trottole ne sapevano meno di un ceramista e un tornitore. Guardate le loro facce mentre fanno nascere questo piccolo prodigio. TARLO STORY video.

Hanno voluto che non partecipassi alla costruzione. Penso per farmi una sorpresa. La prima volta che ci ho giocato è scattato qualcosa in me. Un po’ era invidia, lo ammetto, perchè fin da piccolo ho la sindrome del primo della classe, poi mi sono reso conto di quanto mi abbia emozionato e così mi sono girato, li ho guardati negli occhi e li ho ringraziati. Ed è incredibile come lo facciano tutte le persone che la provano. Anche i cosiddetti “Io non gioco”, che spesso finiscono per vincere. Spero di condividere altri mille di questi momenti con loro e con voi.

Una cosa veramente GANZA! Non penso ci sia altro modo di descriverla.

La voglio in casa.

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